Protocollo Agent2Agent di Google

Il protocollo A2A di Google consente una comunicazione efficace tra agenti AI, migliorando la collaborazione e l'esecuzione dei compiti.

Protocollo Agent2Agent di Google

Il protocollo A2A sviluppato da Google stabilisce un framework di comunicazione tra due tipi principali di agenti AI. Questo approccio consente una collaborazione efficace che amplifica le capacità dei singoli agenti attraverso un'interazione strutturata ma flessibile.

Nel modello A2A troviamo due protagonisti: il client agent e il remote agent. Il primo funge da interfaccia con l'utente, raccogliendo le sue richieste e trasformandole in compiti definiti. Il secondo, invece, è specializzato nell'esecuzione di questi compiti, apportando competenze specifiche che potrebbero mancare al client agent.

La comunicazione tra questi agenti segue un percorso ben definito che si sviluppa attraverso diverse fasi complementari. Inizialmente, avviene la scoperta delle capacità. Ogni agente può rendere note le proprie competenze attraverso un file JSON chiamato Agent Card, che essenzialmente funziona come un curriculum digitale. Questo permette al client agent di identificare il partner più adatto per ogni specifica richiesta, che si tratti di generare contenuti visivi, elaborare testi o tradurre lingue.

Una volta identificato il partner ideale, si passa alla gestione del compito. Il client agent formula un task ben definito che viene trasmesso al remote agent. Quest'ultimo inizia a lavorarci, mantenendo un canale di comunicazione aperto per aggiornamenti in tempo reale. Il risultato finale di questo processo è un artifact, che può assumere diverse forme: un'immagine, un testo elaborato, un video o altro.

Durante tutto il processo, gli agenti mantengono una collaborazione attiva scambiandosi messaggi che possono contenere contesto aggiuntivo, risultati intermedi, artifact in fase di sviluppo o istruzioni aggiuntive provenienti dall'utente.

Un aspetto particolarmente innovativo è la negoziazione dell'esperienza utente. I messaggi scambiati possono includere diversi "parts" - contenuti strutturati come immagini, iframe, moduli HTML o video. Gli agenti negoziano dinamicamente come questi contenuti debbano essere visualizzati e scambiati, adattandosi alle limitazioni e alle capacità dell'ambiente utente.